venerdì 28 settembre 2012

Domenica Giro del lago di Varese

Ieri corsettina di 12km con variazioni di ritmo sui 1000mt.
Stasera piscina.
Se domani e' bello esco in bici la mattina presto per un medio di 70km, penso di fare il San Carlone, poi mi devo dedicare ai lavori domestici...!
Domenica, se non diluvia, faccio il giro del lago di varse


Bella garetta dura, l'ho fatta anche l'anno scorso, 24 km vallonati, bel paesaggio e tanta gente appassionata.
Da fare assolutamente!

giro del lago 2011

giro del lago 2011

mercoledì 26 settembre 2012

Combinato

Ieri combinato corsa 11km + nuoto 2300mt.
Sto riprendendo il ritmo allenamento ma senza forzare, spero che il tempo migliori per poter fare qualche bella uscita in bici.
Domenica se le previsioni sono giuste, mi faccio un bel giro al lago.

lunedì 24 settembre 2012

Swim the Island

Sabato sono andato a Bergeggi a fare la gara di nuoto SWIM THE ISLAND
http://www.swimtheisland.com/

Molto suggestiva la location e il percorso che prevedeva il periplo dell'isolotto di Bergeggi, riserva naturale con fondali bellissimi colorati e pieni di pesci.
Purtroppo la giornata non e' stata delle migliori, pioggia, vento e mare mosso hanno caratterizzato questa edizione.
Si poteva scegliere tra due distanze, 1700 e 3500mt. Io ho scelto la piu' corta e ho chiuso in 38min.
Dato le condizioni del mare, va bene cosi.
Domenica mettina corsetta di 10km sul lungomare di Spotorno...
Alla fine bel WE anche se un po' freddo.
Da questa settimana riprendo gli allenamenti anche della bici (tempo permettendo)

venerdì 21 settembre 2012

I AM AN IRONMAN - 16 Settembre 2012, Tenby. Galles

Ore 4:23 del mattino, suona la sveglia ma io sono gia sveglio da un po’.
E’ arrivato il grande giorno, il giorno per cui mi sto preparando da 8 mesi.
Oggi si corre l’Ironman.
Ho dormito abbastanza bene e sono meno teso di quello che pensavo, scendo in sala pranzo e trovo Claudio e Dany che stanno gia mangiando.
Faccio una colazione leggera, latte di soia, avena, pochi cereali e una fetta di pane con marmellata. Mi succhio un pregara Enervit.
Alle 5:00 mi incammino verso la transition area, e’ ancora buio e fa freddo ma non voglio pensare al tempo. So gia che le condizioni meteo in Galles sono variabili.
Arrivo in zona cambio, levo il telo alla mia baby. Sembra tutto a posto, controllo le gomme e attacco al manubrio un ultimo gel con il nastro adesivo.
Consegno al personale addetto un sacchetto con i panini da mettere nella sacca bike.
Mi guardo intorno e vedo centinaia di atleti, chi gia con addosso la muta, chi se la sta infilando, gente che armeggia con la bici, che saltella, che si scalda, chi fa streatching, chi si abbraccia. Gruppetti che ridono per stemperare la tensione, che urlano per darsi la carica, chi cerca la pompa, chi l’acqua, chi si prepara pozioni con bustine inquietanti. Gente che si massaggia con olio canforato, chi si cosparge il collo di vaselina, chi si incita, chi si batte il petto. Tutti fanno qualcosa, tutti hanno il loro rito.
E tutti hanno negli occhi la determinazione.
Vado ad infilarmi la muta e scendo in spiaggia in mezzo a tutti gli altri, sono vicino a Roger, Paolo, Mirko e Adri.


Piu’ avanti vedo mio fratello che viene verso di noi, ci abbracciamo forte, “vai al tuo ritmo” mi dice all’orecchio, “tranquillo che ce la fai” e sparisce tra gli altri atleti. Ora la tensione sale. L’oceano e’ li di fronte a noi, placido e immenso, l’aria si sta schiarendo e all’orizzonte spunta un raggio di sole. Un attimo di silenzio sospeso e poi parte l’inno nazionale Gallese, davanti a me un gruppo di atleti canta a squarciagola.
Cazzo, sembra un film e io sono tra i protagonisti!
Manca 1 minuto alla partenza, l’adrenalina circola vorticosamente.
Ora ci sei uomo! mi dico, hai lavorato duro, hai fatto sacrifici e rinunce. Sei cresciuto come uomo e come atleta e hai raggiunto quella condizione in cui non si recita: si e’.
Vai senza timore.
Suona la sirena e mi butto nella tonnara. Inizia l’avventura! 
Per i primi 300 metri non trovo spazio, sono sommerso da mani e piedi, se rallento mi investono da dietro, se provo ad aumentare prendo calci da quelli davanti. Giriamo a sinistra alla prima boa e ci allarghiamo un po’, ora riesco ad andare e distendermi. Comincio anche a sentire il freddo dell’acqua a 14 gradi, la fronte e i piedi gelano. Non ci penso, arrivo alla seconda boa e viro per affrontare il tratto piu’ lungo tra le due boe piu’ esterne. Le braccia spingono bene e non uso le gambe. Viro alla terza boa e sono in direzione spiaggia aumento un pochino il ritmo. Esco dopo il primo giro di 1900mt, il garmin segna 38min, speravo meglio. Mi ributto in acqua e ora gli spazi sono larghi prendo un bel ritmo, passo ancora le boe in scioltezza, ora metto le gambe in spinta, sento i piedi che si riscaldano un pochino. Viro all’ultima boa e vedo il gonfiabile blu in fondo. Mi galvanizzo e spingo piu’ forte. Voglio uscire dall’acqua! Finalmente arrivo e mi alzo in piedi. Il garmin segna 1h10.
Buono, mi dico.


Levo gli occhialini e vedo una marea di gente assiepata tra la spiaggia e il lungo mare che incita e urla. Un tifo pazzesco! Sento la voce dello speaker che pronuncia il mio nome. Mi carico come un leone. Affronto le tre rampe in salita a piedi nudi, poi mi metto le scarpe, devo correre fino alla zona transizione che dista piu’ di 1 km. Sfilo la muta solo sopra e comincio a correre.
Entro nel tendone e prendo la borsa bike, mi asciugo bene, mi vesto, copro la testa e metto i guanti. Vado verso la mia baby che e’ li che mi aspetta, inizia la frazione bici e sara’ un incubo.
Il cielo e’ grigio e minaccioso, la temperatura di 13/14 gradi. Prendo subito un gel e comincio a pedalare. Mi prefiggo di magiare ogni ora e anche di bere costantemente.


I primi 30 km passano veloci, neanche me ne accorgo, ho pianificato di mangiare le cose solide nelle prime 4 ore e poi solo gel. Ma dopo il primo mezzo panino mi si blocca l’intestino. Devo aver preso freddo alla pancia. Al 50esimo km mi devo fermare a “scaricare”, riparto ma non riesco piu’ a mangiare. Intanto le condizioni meteo peggiorano, il vento tira forte di lato con folate che spostano la bici. Piove a tratti e la sensazione di freddo raddoppia. Tengo duro e aumento un pochino per scaldarmi.
Faccio fatica, non riesco piu’ a tenere i 30 di media, devo rallentare. Il Galles e’ un paese in salita! Comincio a capire che la frazione in bici sara’ durissima. Cerco di distrarmi e mi godo il paesaggio e il tifo che non manca di certo. Anzi la gente ti incita con un calore incredibile, gente ai bordi delle strade organizzati con ombrelli, ombrelloni, gazebo e poltrone, famiglie con bambini infreddoliti che ti urlano well done, well done e applausi e go, go, gooo!
Tutto quel calore mi da energia e mi sospinge fino alla fine del primo giro lungo dove trovo il gruppo dei nostri supporter ultras che mi incitano e urlano il mio nome. Grazie Yaya, Paola, Lucia, Marina. Siete magnifiche. Inizio il secondo giro ma mi sento scarico. Sono debole e infreddolito. Le gambe non spingono piu’ e faccio fatica a tenere i 25km/h. Le salite si susseguono implacabili e le discese con quell’asfalto sdruciolevole e le curve a gomito non ti permettono di recuperare il tempo perso in salita. La pancia non mi da pace, mi devo fermare ancora… Arrivo ad un punto con vento contro e pioggia forte che comincio a pensare di fermarmi. Rallento ancora un pochino, sono allo sbando, non ho piu’ energie e ho perso motivazione. Ho i brividi di freddo e nemmeno un pensiero positivo. Sono 6 ore e 30 che sono in bici e mancano 35 km!
Sconforto.
Ma non cedo. Continuo richiamando le ultime energie chissa’ da dove. Penso alle discese, a quel paesaggio mozzafiato che ho incontrato al primo giro: la cupa vastita’ dell’oceano all’orizzonte e una stradina che si avvita tra le dune per scomparire nel nulla. Una cartolina da fiaba. Intanto l’asfalto passa sotto le mie ruote.
Si avvicina il 170esimo km e so che devo affrontare una salita durissima: 500mt al 18%. Potrebbe essere la mazzata finale. Devo trovare un pensiero positivo. Penso allora ai miei compagni di avventura che ci saranno gia passati e avranno domato quella salita, penso agli allenamenti che abbiamo fatto e immagino che loro sono con me come quando facciamo la calogna, penso a mio fratello che mi stacca in salita come ogni volta ma che mi aspetta in cima assieme a tutti gli altri. Penso che forse lo trovo lassu’ in cima anche ora ad aspettarmi e ad incitarmi. Mentre penso a tutte queste cose mi ritrovo magicamente in cima con le gambe che bruciano dalla fatica, ma ormai e’ tutta discesa.
Arrivo finalmente in zona cambio, sono esausto e congelato. Il garmin segna 7h50 per la frazione bici! Mollo la bici e entro nel tendone, prendo la sacca run e mi siedo. Ho i brividi di freddo e le mani gelate nei guanti bagnati. Un assistente mi aiuta a levarli. Mi asciugo bene e rimango seduto a scaldarmi avvolto nell’asciugamano. Devo andare ancora in bagno… Sto pensando seriamente di fermarmi.
Ma non posso cedere, mi dico, per tutte le domeniche passate in bicicletta, per tutte le sere in piscina fino alle 23, per tutti i kilometri di corsa, per tutto il sudore versato sulle strade, ora ti alzi da quella cazzo di sedia e vai a correre!
E cosi faccio. Dopo ben 18 minuti di transizione!


La frazione di corsa e’ dura quanto la bici. I primi 4 km sono in salita, poi giro di boa, si scende 6/700 metri e si ritorna in salita verso il ritiro braccialetti. Poi si scende verso il centro paese caratterizzato da continui saliscendi, si passa nella citta’ vecchia e si ritorna in salita verso la zona braccialetti. Cosi per 4 giri da 10km.
Parto e le gambe girano bene il primo giro lo faccio quasi in scioltezza, la gente affolla il centro paese e ti incita come se fossi il primo. Mi carico, mi batto il petto come Tarzan. Al secondo giro improvviso due passi di danza con una ragazza vicino alle transenne, il pubblico esplode e io mi carico come un carro armato. Al terzo giro soffro, attorno al 28esimo km cammino un po’.
Incontro Yaya che mi dice di non mollare, che e’ finita ormai, mi incita, mi sprona, mi corre a fianco per 6/700mt tutta imbaccuccata. Grazie, era la spinta che mi serviva. Mi riprendo. Ho in mente solo l’ultimo braccialetto, percorro la salita senza cedimenti e me lo ritrovo al braccio. Ora e’ tutta discesa… Passo dal centro del paese per l’ultima volta, mancano un paio di km, comincio a piangere. Non voglio, ma le lacrime salgono incontrollate. Piango ancora, devo smettere se no soffoco!
Faccio l’ultima curva e vedo l’arrivo e il tappeto rosso che segna gli ultimi i 50 metri.
Ora rido, rido, rido.
Lo speaker grida nel microfono: Gianluca Piantanida YOU - ARE - AN - IRONMAAAN.
La folla ai lati urla impazzita, io finisco zigzagando dando il 5 a tutti.
Urlo “SIIIIIIIIIIIIIIIIIII” piu’ forte che posso, ma l’urlo si perde nel boato del pubblico.
Sono ubriaco di felicita’. Il tabellone segna 14h12min ma non importa.
Questa esperienza vale ogni goccia di sudore versata!
il gruppo al completo

Forto con il vincitore Sylvian Rota

Grazie a tutti i compagni di questa avventura, a mio fratello che mi e’ stato vicino in allenamento, a Paolo, Roger, Adri, Mirko, Dany.
A Claudio, che mi ha dato una grande mano con i suoi consigli. Sempre disponibile e pronto a supportare chiunque con la sua competenza in materia di bici, e puoi star sicuro che dalle sue tasche una chiave inglese o una brugola salta sempre fuori!
Grazie a tutta la squadra ARC per gli allenamenti in piscina, per i lunghi in bici con qualsiasi tempo, per le ripetute in pista. Grazie al Gianca, che purtroppo non ha potuto essere dei nostri ma dal quale e’ partita l’idea di questa avventura. Grazie a Yaya per la comprensione e la pazienza. Grazie al mio fratellone Elvis che mi ha seguito assiduamente sul Blog e ai miei genitori sempre preoccupati che il figliuolo non faccia troppa fatica. Grazie ai miei colleghi che mi hanno seguito con curiosita’.
Grazie a tutti, ma la dedica piu’ grande questa volta la faccio a me stesso! per la mia costanza e la mia dedizione, per come ho affrontato e superato i momenti di difficolta’ durante la lunga preparazione e per come ho affrontato la gara. E ho capito che per vincere questo tipo di sfide conta si la preparazione e l’allenamento, conta si la dedizione, l’abnegazione e la passione, conta si il coraggio e la forza d’animo, ma la cosa piu’ importante, l’input primario che ti spinge e muove tutto e’ l’obiettivo. Devi avere limpido e chiaro in mente dove vuoi arrivare. Il resto e’ accessorio.
Senza obiettivi siamo involucri vuoti.
Niente e nessuno potra’ mai togliermi la gioia immensa di quando ho tagliato quel traguardo e sono diventato
IronPianta.


mercoledì 19 settembre 2012

Yes I am an IRONMAN!

Nella vita di ognuno di noi c'e' un giorno, un momento, un attimo in cui tu sei l'eroe.
Tutto l'universo sembra fermarsi un attimo a guardarti, c'e' solo il battito del tuo cuore e il respiro lento della terra. E tu lo senti.
Per un attimo sai di essere straordinario, sai di avere fatto qualcosa di incredibile e maestoso.
Quel momento per me e' stato il 16 Settembre a Tenby, Galles. Quando ho tagliato il traguardo del mio primo Ironman.
A breve vi posto il resoconto della gara...fatemi riprendere e metabolizzare le emozioni...
IronPianta.